Mercoledì 13 Novembre 2024 nella Sala Giovanni Sedioli dell’Istituto di Istruzione Superiore Aldini Valeriani (BO) si è svolto l’evento “Cesare Ratta La nascita della Scuola di Arte Grafica del Comune di Bologna”.
Presenti, oltre ai relatori Pasquale Santucci – Dirigente Scolastico Istituto Aldini Valeriani, l’Assessore alla Scuola Daniele Ara, l’Assessore ai Lavori pubblici e Toponomastica Simone Borsari, Miriam Masini in rappresentanza del Museo del Patrimonio Industriale, Claudio Pesci Già Grafico del Comune di Bologna, Adalberto Monti Già insegnante di Stampa all’Istituto Aldini Valeriani e Roberto Moreschini – Presidente dell’Associazione Comunico Italiano, centocinquanta allievi, insegnanti ed invitati.
L’obiettivo è stato quello di far conoscere agli allievi la figura di Cesare Ratta, colui che ha dato vita alla Scuola di Arte Tipografica del Comune di Bologna.
Conoscere il passato per affrontare il futuro, non è solamente una frase ricorrente da citare in ogni contesto, bensì rappresenta una realtà che consente, come nel caso specifico, di comprendere che la scuola professionale di Arte Grafica del Comune di Bologna è nata per volere degli operai. Nata dall’esigenza di capire e comprendere operativamente la tecnologia alla base di quest’arte. Non solo praticamente ma con la conoscenza della lingua italiana nonchè straniera (al tempo Francese) della tecnologia grafica e del disegno grafico.
Il segno grafico, manuale, è gestito dalla mente, la memoria aiuta a comprendere e studiare in modo più razionale: la manualità aiuta la mente e viceversa.
Nel 1908 Cesare Ratta venne invitato dalla “Federazione Italiana fra i lavoratori del libro” a presiedere una commissione incaricata di studiare un programma ed uno statuto per la realizzazione di una Scuola Professionale Tipografica in Bologna.
All’apertura dei lavori per il IX congresso Nazionale fra i Lavoratori del Libro, tenutosi a Bologna nel novembre 1913 fu presentata la scuola.
Per l’occasione fu stampata una locandina di benvenuto agli altri istituti italiani, ed un opuscolo con stampato il programma nonchè l’obiettivo da raggiungere:
“integrare e perfezionare l’ordinaria istruzione pratica che l’operaio riceve in officina, insegnandogli quei processi razionali, quelle formule, quelle finezze di lavoro, che nell’affrettata produzione industriale egli non ha agio di imparare, tenerlo al corrente dei metodi più moderni di ogni perfezionamento industriale”.
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