Ogni centro stampa deve fornire un alto livello qualitativo. Prerequisito fondamentale per questo compito è l’impiego di regole significative, quindi uno standard. Nella standardizzazione viene fatta sovente una distinzione tra le specifiche dell’obiettivo finale e i passi (processi) necessari per il suo raggiungimento. Un buon esempio, in questo senso, è il PSO – ProcessStandard Offset, che funziona da anni con successo.
Per la stampa digitale il PSD – ProcessStandard Digital – si propone di fare lo stesso, fornendo linee guida che coprono tutto il processo industriale, dalla creazione dei dati lungo tutta la filiera fino alla stampa. Il punto focale del PSD risiede nella comprensione e nel controllo dell’intero flusso di lavoro finalizzato ad un risultato di stampa prevedibile. Per ottenere ciò sono necessari sia operatori competenti che usino strumenti appropriati, sia l’interazione di importanti standard ISO, nazionali e di buon senso (standard “de-facto”). Non esiste quindi uno standard che assume un ruolo prevalente. Tutti gli standard devono operare in concerto, come l’ISO 3664 per la valutazione delle immagini, l’ISO 15311 per valutare la qualità dell’inchiostro sulla carta, l’ISO 13655 per la misurazione del colore e l’ISO 14861 per il soft-proofing di alta qualità.
Taga Italia ha promosso la traduzione del documento redatto da Fogra e lo ha reso disponibile gratuitamente per tutti i soci: iscriviti ora e scarica il testo completo.